5 dracme di Giorgio I del 1874 | |
5 franchi di Leopoldo II del 1868 | |
5 franchi di Napoleone III del 1868 | |
5 franchi svizzeri del 1874 | |
5 lire di Vittorio Emanuele II del 1874 |
La Convention monetaire di Parigi del 23 dicembre 1865 tra la Francia di Napoleone III, il Belgio di Leopoldo II, l'Italia di Vittorio Emanuele II e la Confederazione Svizzera da vita all'Unione Monetaria Latina, alla quale aderì la Grecia di Giorgio I il 26 settembre 1868. L’obiettivo era quello di permettere la libera circolazione delle valute tra gli stati membri, al tempo in cui il valore delle monete era dato dalla quantità di metallo prezioso in esse contenute.
I sistemi monetari dei paesi membri dell’unione erano basati sul bimetallismo tra oro ed argento. Il bimetallismo è uno standard nel quale si garantisce la convertibilità della moneta sia in oro che in argento, con un rapporto fisso tra le quantità dei due metalli. Per franco, lira e dracma si stabiliva un valore intrinseco delle monete pari a 4.5g di argento o 0.29g di oro, con un rapporto 1:15,5 tra i oro ed argento gia utilizzato per il franco. Con un titolo di 900 millesimi in oro vennero coniate monete da 100, 50, 20, 10 e 5 franchi (ed equivalenti negli altri paesi), in argento con un titolo di 900 millesimi le monete da 5 franchi, mentre in argento con un titolo di 835 millesimi le monete da 2 e 1 franco, oltre a monete da 50 e 20 centesimi.
Il bimetallismo è uno standard è molto instabile, dato che le fluttuazioni del valore commerciale dei metalli fa si che quello con valore superiore al valore della valuta tende ad essere utilizzato come metallo, sparendo dalla circolazione come moneta (legge di Gresham). In particolare, la scoperta di nuovi giacimenti d'oro in California e Australia ridusse il valore intrinseco delle monete realizzate in oro. Sfruttando il rapporto fisso tra oro e argento, questo favoriva il cambio delle monete di valore inferiore con quelle di valore maggiore, causando fughe all'estero di monete di materiale prezioso (es.: l'argento in questo caso).
Nel 1868 anche la Spagna adottò un sistema monetario analogo a quello dell'Unione, pur non aderendo mai formalmente alla stesa per le difficoltà a garantire un adeguato livello di denaro circolante in funzione delle riserve di metallo prezioso disponibile. Analogamente, anche Serbia, Montenegro e Stato del Vaticano adottarono la struttura del sistema dell'Unione.
L'unione venne dapprima messa in crisi alla fine degli anni settanta dalla scoperta di giacimenti di argento in Nevada, con la svalutazione di questo metallo. Altra causa scatenante di instabilità fu la fine della guerra franco-prussiana nel 1871: il risarcimento di guerra pagato in argento dalla Francia alla Germania portò ad un'eccedenza di questo metallo tale che la svalutazione che ne seguì fu irrecuperabile. Il risultato fu lo spostamento dei sistemi monetari verso una convertibilità del denaro esclusivamente in oro (gold standard), sulla falsariga del modello adottato per la sterlina nel 1816. Dopo la crisi del bimetallismo nel 1871, il gold standard venne progressivamente adottato da Germania (1871), Belgio (1873), Italia (1873), Svizzera (1873), Scandinavia (1874), Danimarca (1875), Norvegia (1875), Svezia (1875), Olanda (1875), Francia (1876), Spagna (1876), Austria (1879), Russia (1893), India (1898) e USA (1900).
L'Unione Monetaria Latina fu formalmente sciolta nel 1926, ma già nel 1914 la piena convertibilità del denaro in oro venne abbandonata a seguito della svalutazione causata dalla crisi economica dovuta all'inizio della Prima Guerra Mondiale, con le riserve in grado di coprire solo una frazione del circolante. Nel 1928 la convertibilità era ristabilita, ma rientrò in crisi con la depressione del 1930, tanto che nel 1937 nessuna nazione garantiva la convertibilità in oro delle monete.