Vittorio Emanuele II appartiene alla Casa dei Savoia,
una dinastia che governò la Savoia ed il Piemonte dall'XI secolo, il
regno di Sicilia dal 1714 al 1718, il regno di Sardegna dal 1720 al 1861
ed il regno d'Italia dal 1863 al 1946. Primogenito di Carlo Alberto e
Maria Teresa d'Asburgo, nasce a Torino il 14 marzo del 1820 e diventa re
di Sardegna il 24 marzo del 1849 dopo l'abdicazione del padre.
E' una figura centrale nell'unificazione d'Italia durante il Risorgimento.
Combatte l'Austria alleandosi con Napoleone II di Francia, acquisendo la
Lombardia nel 1859. Nel 1860 la Toscana, la Romagna, Parma e Modena votano
per l'unificazione dei loro stati con il regno di Sardegna, espansione che
però comportò la cessione ai francesi della Savoia e di Nizza per
assicurarsene il consenso. Sempre nel 1860 favorisce la spedizione dei
mille nel Sud Italia da parte di Giuseppe Garibaldi, con il quale
ricongiunge le proprie armate dopo la conquista dei territori papali del
Nord e Centro Italia. Altri plebisciti nelle Marche, Umbria, Napoli e
Sicilia sanciscono l'unione con il regno di Sardegna di tutta la penisola
italiana ad esclusione di Roma. Il primo Parlamento Italiano, insediato a
Torino il 18 febbraio 1861, proclama Vittorio Emanuele II re d'Italia il
17 marzo 1861 e l'Italia viene governata con una costituzione liberale
derivata da quella del regno di Sardegna del 1848. La proclamazione del
regno d'Italia verrà ricordata nel 1911 da Vittorio Emanuele III con l'
emissione numismatica del "Cinquantenario".
Nel maggio 1865 la capitale viene portata da Torino a Firenze. Nel 1866
Venezia entra a far parte del Regno d'Italia, dopo un conflitto con
l'Austria che l'Italia vince grazie all'intervento al suo fianco della
Prussia.
Le truppe francesi difendono dai Savoia i territori
ancora sotto il controllo del Papa fino al 1970, quando alla caduta di
Napoleone III vengono attaccate dai piemontesi. Con la breccia di Porta
Pia del 20 settembre 1870 ed il plebiscito del 2 ottobre 1870 che sancisce
l'annessione di Roma all'Italia, la capitale viene portata a Roma nel
giugno del 1871.
Alla morte di Vittorio Emanuele II a Roma il 9 gennaio del 1878, gli
succede il figlio Umberto I.
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