La prima moneta: statere dalla Lidia nel 600 a.C. |
|
Tetradracma di Atene del 449 a.C. | |
Denario di Roma del 264 a.C. | |
Solido di Bisanzio del 310 d.C. | |
Denario di Carlo Magno del 793 | |
Lira italiana del 1861 |
La Numismatica è lo studio delle monete e della loro storia, dal punto di vista storico, artistico ed economico. Generalmente nella numismatica si considera anche lo studio degli oggetti simili alla moneta, come le medaglie e le banconote.
Dal punto di vista storico, la numismatica occidentale può essere organizzata in tre grandi periodi, a loro volta suddivisibili in ulteriori fasi:
Risalendo alle origini della numismatica occidentale, l'uso della moneta ebbe inizio in Lidia, tra il VII ed il VI secolo a.C., per semplificare le operazioni di pagamento in sostituzione del baratto. Le monete antiche furono inizialmente impresse solamente su una faccia, dato che l'immagine era incisa solo sulla superficie del conio inferiore, mentre l’altro lato veniva colpito da uno o più punzoni.
Il valore delle monete antiche era strettamente legato a quello del metallo prezioso in esse contenuto (come l'oro o l'argento), dato che non esistevano organizzazioni in grado di garantirne il potere di acquisto, specie tra stati differenti, come avviene attualmente. Il materiale utilizzato in queste prime monete provenienti dalla Lidia era l'elettro, una lega d'oro e d'argento che in Asia Minore reperibile in natura.
Passando alla moneta greca del periodo classico, vennero utilizzate prevalentemente monete d’argento, un metallo facilmente reperibile a quel tempo. Solamente durante il regno di Filippo il Macedone si ebbe a disposizione oro in quantità sufficiente per garantire emissioni regolari di monete d'oro. Le monete greche si distinsero per l'elevato livello artistico, con rappresentazioni sostanzialmente legate alla mitologia ed alla natura.
Per quanto riguarda la monetazione italica pre-romana, in Sicilia e nella Magna Grecia vennero impiegate monete in bronzo già alla fine del V secolo, come evoluzione dell'uso di questo metallo non coniato come mezzo naturale di scambio tra le popolazioni locali. L'uso del bronzo si ritrova anche nelle prime monete romane repubblicane, affiancate dapprima da monete in argento e poi, tra la fine della repubblica e l'inizio dell'impero, da monete in oro.
Il collezionismo di monete iniziò con l’Umanesimo, come espressione dell'interesse verso il mondo antico e alla moneta come mezzo di analisi storica. L’iniziatore degli studi numismatici fu Francesco Petrarca, ma altri grandi collezionisti di monete furono il cardinale Pietro Barbo, il futuro papa Paolo II, e Cosimo de’ Medici. Passando ai giorni nostri, la più ricca collezione privata nell’ultimo secolo è stata quella del Re Vittorio Emanuele III, attualmente esposta presso il Medagliere di Palazzo Massimo a Roma dopo la sua donazione all’Italia da parte del Re.
Con la Rivoluzione Francese si ebbe una sostanziale trasformazione dei sistemi monetari grazie all'introduzione del sistema metrico decimale. Con la diffusione di questo sistema, infatti, anche le monete abbandonarono le proporzioni tra multipli e sottomultipli legati alla riforma monetare di Carlo Magno introdotta nel medioevo e risalenti alle monete bizantine e romane; vennero infatti adottati sistemi decimali, nei quali le frazioni della moneta di riferimento sono espresse in termini di decimi e centesimi.
A seguito della crisi economica che toccò quasi tutti i paesi nel periodo delle grandi guerre, si ebbe l'ultima sostanziale evoluzione della moneta, con il passaggio da monete con un proprio valore intrinseco, legato al valore del metallo in esse utilizzato, a monete con un valore nominale garantito dall'autorità emittente, sistema attualmente utilizzato in tutti gli stati.